lunedì 1 giugno 2015

Io che ho studiato moda

Me medesima sull'Highline a NYC, questo post richiedeva una foto di New York. Suvvia, si parla di moda :D

C'è un bel momento, durante una qualsiasi conversazione di routine, nel quale se sei in un'età compresa tra i 20 e i 26 anni, ti viene chiesto che cosa hai studiato. 
Sono momenti difficili per chi ha sperimentato le ultime varie riforme scolastiche che hanno portato l'università italiana a essere chiamata scuola. Orde di baldi giovani si sono trovati a frequentare corsi dai nomi più disparati, pur di intraprendere la carriera universitaria che pi gli aggradava.
I nostri antenati potevano scegliere tra i più comuni lettere, medicina, giurisprudenza, matematica o fisica o chimica o qualsivoglia corso degno di tutta la stima del genere umano.
Con il tempo e con il cambiamento della società, sono sbucati corsi dai nomi che definire curiosi è riduttivo. Come : Scienze dell'allevamento, igiene e benessere del cane e del gatto, Scienze e tecnologia del packaging o, e questo è quello che preferisco, Gestione dell'impresa agricola e agroalimentare e valorizzazione dei prodotti mediterranei. 
Ma tornando al momento della presentazione. C'è un istante, dopo che aver detto il nome del corso che hai seguito all'università, che è uno degli istanti più imbarazzanti e complicati che possano accadere.
Il fatto è che se una persona asserisce di studiare o aver studiato medicina o legge o chimica, sono pochi quelli che commenterebbero: "ah, e quindi di che cosa ti occupi?". Uno perché non ci capirebbero una mazza. Due, perché è abbastanza ovvio.
Avendo una sorella ingegnere, o ingegnera per le lettrici femministe, ho avuto il gran piacere di assistere molte volte alla scena in cui la guardano sconcertata, cercando di capire che cosa faccia in quelle otto ore di lavoro giornaliere.
Figuratevi voi, quando, se in coppia, arrivo io che dico che ho studiato Culture e tecniche della moda. Passi il sorriso fra i baffi. Passi lo sguardo stupito e leggermente invidioso. Passi il "ah quindi ti trasferirai a Milano". 
Ma nel momento in cui qualcuno, e badate che ci sarà sempre questo qualcuno, che vi dirà: "Dai allora la prossima volta prima di uscire o fare shopping, chiamo te!". Ecco, in quel preciso istante, vorrei il lancia-fiamme incorporato nella cavità oculare.
Si, è vero, è un corso "strano" se vi fa sentire più a vostro agio come termine. Ma il fatto che l'industria della moda faccia girare trilioni di milioni di gettoni d'oro, non lo riduce a mero business. C'è lo stylist sì, che aiuta a vestire altre persone, ma di solito lo fa per un servizio fotografico, per pubblicizzare prodotti dunque. C'è lo stilista, il modellista, il ricercatore di tendenze, tanto per citarne alcuni. 
Cari miei, come vestirvi ve lo dovrebbe avere tramandato la mamma o la nonna o chi per loro. Poi è già tanto se mi so vestire e scegliere ciò che sta bene su di me e ci ho messo 26 anni, figuratevi se so cosa volete voi che nemmeno vi conosco. La moda non è solo shopping.
 Con le amiche vado a fare shopping sì, ma con persone che si auto proclamano tali,dicendo fesserie, anche no. O almeno che paghino uno spritz! ;) 

ps da leggere con sana ironia

xoxo 
Andrea



;)

Photo credits: wifflegif.com; ilcinefiloinsonne.wordpress.com;